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Nürnberger Zeitung, 16.10.1999

Vitalità incredibile

È morto lo scrittore e il nostro autore Udo Steinke

Alcuni lettori del nostro giornale si ricorderanno forse del piccolo articolo riguardante la nostra recensione del libro "Mein Leben" (la mia vita) di Reich-Ranitzki. L´articolo fu scritto da qualcuno che fu stroncato dal grande critico letterario, scritto in parole che non si aspetterebbero in mezzo a creazioni di parole giornalistiche. Sebbene dovesse essere una recensione, si notava che era scritta da un narratore.

La recensione stessa era costituita da tante piccole storie. Purtroppo questo articolo rimarrà l´ultima prosa pubblicata dallo scrittore Udo Steinke. Lui morì martedì all´improvviso a causa d´un infarto cardiaco. Aveva 57 anni. Quando si sentì troppo debole per salire le scale e portare la spesa su nell´appartamento chiamò velocemente la sua giovanissima moglie. Quando lei arrivò, il carro funebre stava già accanto l´ambulanza. Così può essere la vita. Il nostro rispetto ci costringe di aggiungere in piena verità quello che prima non fu scritto, anzi opresso alla redazione dell´articolo perchè sembravano espressioni di troppa vanità, cioè che Udo Steinke non fu lodato con lodi sperticate non solo da Heinrich Böll, ma anche da Siegried Lenz, Hans Mayer, Hans Werner Richter e da molti altri personaggi notabili della letteratura.

Venne da loro anche considerato una grande speranza letteraria. Il primo motivo per queste lodi fiduciose fu la il volume narrativo "Ich kannte Talmann" ("Conoscevo Talmann") del 1980, il quale fu subito assunto nel programma letterario del Deutscher Tachenbuch Verlag. La vitalità incredibile di quei racconti, soprattutto la vitalità di quel narrare dilagò a quei tempi come un incendio nell` ambiente letterario. Tuttavia il novellino Udo Steinke non era più il più giovane, il fuggiasco della Germania est, l´ex-ufficiale dell` esercito della republica democratica tedesca NVA aveva passato una carriera insolita per essere uno scrittore. A quanto si diceavrebbe iniziato a scrivere incoraggiato da un giornalista del "Süddeutsche Zeitung".

Il collega aveva notato Steinke come narratore orale fantastico e pieno di storie, sapeva raccontare storie incredibili di conoscenze e parenti, sapeva naturalmente anche raccontare delle sue esperienze di vita nella Sassonia e nell` Alta Baviera, del passato e del presente, legati a commenti contemporanei. Questa vitalità orale e il caos associativo furono conservati da lui nei suoi romanzi. Dopo "Ich kannte Talmann vennero publicati "Die Buggenraths" ("i Buggenraths") e "Horsky Leo".

Quest´ ultimo libro fu un´ impresa folle, un romanzo che tratta di Ausschwitz, che però sottrae a questo tema terribile un lato grottesco e umorismo nero. Seguirono i volumi narrativi "Doppeldeutsch" ("tedesco doppio") e "Mannsräuschlein" che contengono soprattutto racconti d` amore e alla fine il romanzo "Bauernfangen" ("catturare contadini") che assimila ricordi d´ infanzia nel tempo di guerra. Steinke publicò questi libri quasi tutti anno dopo anno. La critica letteraria l´ aveva probabilmente entusiasmato. Ma poi all´improvviso gli caddero pressapoco le braccia. Tranne alcuni contributi per il nostro giornale, alcuni di quelli sono anche racconti in prima edizione, non si poteva quasi più leggere qualcosa scritto da lui. Il suo romanzo storico ed erotico, nominato "Engelszungen", adesso non potrà più essere portato a termine.

Holger Jergius